
(12.10.2022) La generalizzazione dell’home office ha ridotto il fabbisogno relativo alle superfici commerciali. Secondo la Società svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC), su scala nazionale la quota di sfitto ammonta al 5,4% (per gli immobili abitativi è invece dell’1,6%).
Dal 18,2% del 2013, la quota di home office ha avuto una progressione costante fino a raggiungere il 24,6% nel 2019. Con la crisi sanitaria, la tendenza si è rafforzata notevolmente, sino a far salire la percentuale al 39,6% nel 2021.
Secondo gli autori del rapporto, l’offerta concernente gli uffici eccede la domanda su tutto il territorio nazionale, con un tasso del 5,4% delle superfici commerciali disponibili per essere affittate. Tra il 2019 e il 2021, i rendimenti netti degli immobili commerciali sono infatti diminuiti in tutte le categorie di locali. Caratterizzati da una posizione privilegiata e da infrastrutture qualitative, gli uffici di classe A hanno, ad esempio, fatto registrare una diminuzione dei ricavi dello 0,5%. I rendimenti dovrebbero tuttavia stabilizzarsi nel 2022, a causa di una domanda che è andata rafforzandosi dalla fine della crisi sanitaria.
Nei centri urbani, dove si concentra la maggior parte dei locali commerciali, il tasso di sfitto resta spesso superiore rispetto alla media: 12,3% a Ginevra, 10,1% a Baden (AG), 8,8% a Basilea, 8,7% a Zugo e 8,2% a Losanna. Altre città registrano tuttavia tassi molto più modesti, come Bienne (4,3%), Thun (3,1%), Sion (1,6%) e Friburgo (1,3%).
Entro il 2060, le previsioni di Credit Suisse e della SSIC ipotizzano però un aumento del bisogno di superfici commerciali. Infatti, la digitalizzazione di alcune attività, che non si svolgono più nei padiglioni industriali, negli showroom o negli ospedali, potrebbe comportare l’aumento della proporzione di impieghi che si svolgono in ufficio. Anche se l’aumento dell’home office dovrebbe far decrescere il fabbisogno di spazi commerciali del 15% in meno di 40 anni, la digitalizzazione di questi settori potrebbe portare, secondo la proiezione, a un incremento della domanda del 32%.
Ultima modifica 12.10.2022