Le perdite realizzate dall’azienda possono essere riportate sull’anno successivo. Esse possono essere compensate dai profitti per sette anni.
Se invece di un utile netto, il bilancio finale di un esercizio commerciale presenta una perdita, questa viene riportata sul conto dell'esercizio commerciale seguente. A livello tecnico-fiscale, le perdite possono essere compensate con gli utili futuri durante un periodo di al massimo 7 anni.
Nel caso in cui si registrino degli utili, le società anonime non possono disporre di quest’ultimi in maniera completamente libera. Il 5% dell'utile di esercizio va assegnato obbligatoriamente alle riserve legali (fino al raggiungimento complessivo del 50% del capitale azionario versato, società holding 20% del capitale azionario iscritto nel registro di commercio (CO 672). Per quanto concerne il rimanente utile di bilancio (utile netto ed eventuali riporti di utili degli anni precedenti), l'assemblea generale può distribuirlo sotto forma di dividendi agli azionisti, riportarlo sul prossimo conto o impiegarlo per la creazione di ulteriori riserve libere al fine di rafforzare la società. Nella realtà si ha spesso una combinazione tra queste diverse possibilità.
Tantième, dividendi e superdividendi
I dividendi fino al cinque percento sono chiamati dividendi di base. I dividendi che superano questo livello sono definiti superdividendi. Possibile è anche l'allestimento di tantième, ossia di quote di utile attribuite al consiglio d'amministrazione. Tuttavia, di norma i superdividendi e i tantième vengono sconsigliati poiché su di essi va versato ancora una volta il 10% di riserve legali. Inoltre, i dividendi e i tantième sono soggetti alla doppia imposizione, poiché sono assoggettati a imposta sia l'utile dell'impresa sia il reddito del contribuente.