
(16.04.2024) Nel mese di marzo, l’incertezza ha continuato a frenare l’attività industriale svizzera. L’indice dei responsabili degli acquisti (PMI) della banca Raiffeisen è sceso di due punti, attestandosi a 47,9, dopo aver sfiorato la soglia di espansione a febbraio (49,9).
A marzo 2025, tutte le componenti sono scese al di sotto della soglia di crescita (50). Il volume delle commesse, che rappresenta il 30% dell’indice, è calato da 51,5 a 47,8. Già in difficoltà da dicembre 2024, le scorte di acquisti sono diminuite di 1,2 punti, attestandosi a 42,9, segno di una certa sfiducia delle imprese nei confronti della congiuntura a breve e medio termine. L’occupazione invece, che aveva subito una forte contrazione tra novembre e gennaio (-9,1, 41,1) prima di riprendersi a febbraio (+6,9, 48), è rimasta stabile a 48 punti.
Un sondaggio straordinario condotto da Raiffeisen ha inoltre rivelato che più del 60% delle PMI esportatrici ha ridotto i propri investimenti a causa dell’incertezza politica mondiale. Complessivamente, circa un terzo delle PMI svizzere prevede anche dei tagli agli investimenti.
Circa la metà delle imprese intervistate si sono mostrate pronte a mantenere i propri investimenti in impianti e attrezzature e circa due terzi prevede spese immutate per la ricerca e lo sviluppo. Le PMI sembrano quindi dare priorità agli investimenti sostitutivi a scapito di quelli di ampliamento.
Questa situazione è stata osservata prima dell’annuncio ufficiale del 3 aprile relativo all’introduzione dei nuovi diritti di dogana da parte dell’amministrazione americana (cfr. Aumentano i dazi USA e colpiscono l’export svizzero). Gli esperti temono ora che l’introduzione dei dazi doganali degli Stati Uniti e l’intensificarsi della guerra commerciale limitino ulteriormente gli investimenti delle PMI svizzere.
L’indice PMI della banca Raiffeisen viene compilato mensilmente con i dati raccolti su un campione di 200 imprese manifatturiere attive su tutto il territorio svizzero.
Ultima modifica 16.04.2025