Prevedere la morte della propria impresa per ottenere maggiore successo?

In Svizzera, la metà delle PMI non sopravvive oltre i cinque anni. Per aumentare le possibilità di successo, alcuni imprenditori sfidano il tabù del fallimento studiando, fin dalla fase di preparazione, in che modo la loro startup potrebbe un giorno scomparire.

Dadi che rappresentano quattro frecce rivolte verso l'alto e tre segnali di "attenzione pericolo"

In Svizzera, una società su due muore dopo cinque anni di attività. Questo è ciò che rivelano gli ultimi dati pubblicati dall’Ufficio federale di statistica per il periodo compreso tra il 2017 e il 2022. Di fronte a questo elevato tasso di fallimento, alcuni metodi permettono di anticipare, sin dalla fase di avvio, il rischio di scomparsa.

Analisi pre-mortem

Nel 2007, lo psicologo americano Gary Klein teorizzò l'analisi "pre-mortem". Nel corso di questo esercizio, lo specialista chiedeva agli imprenditori di immaginare la morte del loro progetto entro un periodo da sei mesi a un anno. A ciascuno di loro venivano poi concessi alcuni minuti per scrivere su un foglio tutti le ragioni plausibili che avrebbero potuto portare alla scomparsa, seguite da un debriefing.

Johann Schlieper, "angel investor" e coach specializzato in intelligenza artificiale a Zurigo, conosce questo metodo. "È interessante perché evidenzia come, nell’imprenditorialità, il fallimento faccia parte del gioco, soprattutto in settori dirompenti come l’IA, le ICT, la medtech o la fintech. Solitamente si dice che, su dieci innovazioni lanciate sul mercato, otto falliscono. Io stesso, ho investito in 20 startup e otto di queste non esistono più."

Il momento giusto

Tuttavia, per figurarsi il fallimento della propria impresa, è meglio scegliere il momento giusto. "Ad esempio, durante la preparazione del pitch, che consiste in una proposta di idea imprenditoriale di cinque dieci-pagine, gli imprenditori devono interrogarsi su ciò che potrebbe andare storto e valutare se l’elevato potenziale dell’azienda compensa i rischi in gioco."

Successivamente, durante la seconda fase, detta due diligence, Johann Schlieper consiglia di invitare degli esperti esterni. "Questi si chiederanno se il piano è realistico, sia in termini di fattibilità tecnica, di costi e di ricadute finanziarie attese, nonché di prospettive e di adeguatezza del team".

Al di là di queste due fasi, l’investitore zurighese dubita dell’utilità di un’analisi pre-mortem. "Una volta che tutti sono operativi, è demoralizzante chiedere a un team entusiasta di immaginare che tutto muoia e cosa possa essere accaduto."

Spargere la voce

Per Thomas Dübendorfer, presidente di SICTIC, principale club di business angel della Svizzera, è importante tenere a mente il motto della Silicon Valley "Fail fast and fail cheap" (Fallire rapidamente e a basso costo). "Non bisogna comportarsi come quei fondatori solitari che investono tutte le loro risorse nello sviluppo di una startup e che, per paura del giudizio altrui o, viceversa, per un’eccessiva sicurezza, non ne parlano per anni e poi finiscono per fallire". Al contrario, l’esperto consiglia di presentare il proprio progetto al maggior numero di persone, sin dall’inizio, per mettere in discussione tutte le proprie convinzioni.

Mettere in discussione il proprio prodotto

Nominato business angel 2024 dalla SECA, lo stesso Thomas Dübendorfer ha cofondato nove startup tecnologiche e identifica due principali cause di fallimento da monitorare. La prima è la corrispondenza tra la soluzione venduta dall’azienda e il suo mercato. "È necessario mettere in discussione il proprio prodotto quanto prima attraverso un’analisi sistematica chiamata Product-Market Fit. Il mio prodotto fornisce davvero una soluzione a un problema? I consumatori hanno bisogno di questa soluzione, e se sì, sono disposti a pagare? Il pubblico di riferimento è sufficientemente ampio?". In seguito a questa riflessione, un’azienda potrebbe decidere, ad esempio, di vendere il proprio servizio in B2B piuttosto che in B2C come previsto inizialmente, poiché guadagnarsi la fiducia del cliente finale tramite il proprio marchio richiederebbe troppo tempo.

Scegliere bene il proprio team

L’altra grande insidia spesso riguarda il team. "Prendiamo l’esempio dei fondatori provenienti dall’ambiente accademico, spiega Thomas Dübendorfer. Fino a questo momento, hanno guardato alla propria startup principalmente come a un progetto di ricerca di cui occuparsi. Ora dovranno rendersi conto che non si tratta solamente di un progetto, ma di tutta un’impresa che deve crescere, generare profitti, assumersi rischi, assumere personale, penetrare mercati esteri e così via."

È necessario dunque porsi subito la questione della pertinenza del gruppo dirigente. "Ha le competenze necessarie per portare a termine tutti questi compiti? Le ambizioni dei diversi fondatori sono allineate? Ad esempio, concordano su una società a crescita lenta oppure rapida? Vogliono costituire una PMI a lungo termine oppure venderla quanto prima?". Il coach Johann Schlieper ritiene che anche la questione relativa al team sia fondamentale: "Avere a bordo un imprenditore esperto, che magari ha lui stesso già sperimentato un fallimento, rappresenta un punto di forza per una startup."


Informazione

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Serate per porre fine al tabù del fallimento

Non è facile presentare il proprio progetto imprenditoriale di fronte a degli sconosciuti. Per affrontare questo timore e aiutare gli imprenditori a fare progressi, diversi enti di supporto alle startup, come Impact Hub Svizzera o IFJ, organizzano delle serate di incontro e di scambio. Tutto questo ha avuto inizio più di dieci anni fa con le prime serate FUN (acronimo di "Fuck-up Nights") in Svizzera. Da Ginevra a Zurigo, da Basilea a Lugano, decine di fondatori di imprese spiegano su un palco cosa non ha funzionato nella loro società. Successivamente, sono stati introdotti altri format come i "Pitch'n'Bar". Sempre in un’atmosfera conviviale e di fronte a pubblico, dei fondatori si alternano per presentare in modo rapido e convincente la propria idea imprenditoriale. Al termine, la giuria e il pubblico attribuiscono un voto ai pitch più incisivi, insieme a dei premi in palio.

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Ultima modifica 02.04.2025

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