La recessione sembra inevitabile ma dovrebbe essere contenuta

Un uomo in giacca e cravatta arresta con una mano la caduta di pezzi di domino.

(08.04.2020) La Svizzera dovrebbe subire la recessione nel 2020. Nel suo "Monitor Svizzera" trimestrale, Credit Suisse reputa però che il calo del prodotto interno lordo (PIL) non dovrebbe superare lo 0,5% in media annualizzato. Si tratta di una previsione che dipende comunque dalla durata della crisi.

Con uno scenario ottimista, ovvero un’uscita dalla crisi a metà maggio, gli esperti di Credit Suisse stimano che il rallentamento dell’economia non dovrebbe superare i tre mesi in Svizzera. Le misure di sostegno annunciate dal Consiglio federale dovrebbero limitare l’impatto dell’epidemia sulle imprese  e l’economia in maniera generale.

Il rallentamento dell’economia internazionale, in particolare in Europa, comporterà però un forte impatto sulle esportazioni elvetiche. Certi settori dovrebbero essere particolarmente toccati, soprattutto l’industria metalmeccanica ed elettrica (MEM) e l’orologeria. Ciononostante, l’incremento della domanda di prodotti farmaceutici all’estero dovrebbe attenuare il calo.

La riduzione del consumo delle famiglie svizzere dovrebbe essere molto forte nei corso dei prossimi mesi. Quasi un terzo delle spese medie di consumo concernono beni e i servizi meno richiesti attualmente o di cui il consumo non è semplicemente più possibile. La situazione potrebbe normalizzarsi parzialmente a partire dalla revoca del confinamento grazie all’inflazione negativa (previsione a -0,3%) e alla stabilità del mercato del lavoro.

In generale, l’economia dovrebbe potersi risollevare rapidamente dalla crisi, se quest’ultima sarà limitata nel tempo. Se l’epidemia non verrà tenuta sotto controllo, l’impatto del Covid-19 potrebbe risultare molto più forte a medio e lungo termine.


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Ultima modifica 08.04.2020

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