Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa offrono formidabili opportunità per le aziende, ma comportano anche delle incertezze giuridiche. Come limitare i rischi, soprattutto per quanto concerne il rispetto del diritto d’autore? Le risposte di Sabrina Konrad, giurista presso l’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale.
Quasi la metà delle piccole e medie imprese svizzere ha cominciato a introdurre l’intelligenza artificiale (IA) nei propri processi, secondo uno studio dell’assicurazione AXA e dell’istituto Sotomo. Oltre alle traduzioni e alla redazione di testi, più di un terzo delle società utilizza queste nuove tecnologie per creare annunci pubblicitari e quasi un quarto per generare immagini per il proprio sito web e la comunicazione. Questa procedura permette di risparmiare sui costi, offrendo al contempo accesso a una vasta scelta di proposte in tempo record. Ma che ne è del diritto d’autore? Un’impresa non può utilizzare l’immagine di una celebrità a scopi pubblicitari, ad esempio facendo portare un Patek Philippe a James Bond. Fino a che punto delle immagini generate da questi strumenti possono essere utilizzate senza secondi fini? Le spiegazioni di Sabrina Konrad, vice responsabile del servizio giuridico "Diritto d’autore" presso l’Istituto Federale per la Proprietà Intellettuale (IPI).
A cosa si espongono le imprese che usano delle immagini o dei testi generati dall’intelligenza artificiale?
Sabrina Konrad: A seconda della qualità dello strumento, del suo modo di funzionamento e dei prompt ndr: istruzioni o serie di dati forniti a un sistema di IA) utilizzati, è possibile che l’IA generi contenuti che contengano degli elementi protetti dal diritto d’autore. Le aziende possono pertanto incorrere in sanzioni non soltanto civili ma anche penali.
È consigliabile verificare se si applicano delle eccezioni legali, come il diritto di citazione e, in tal caso, menzionare la fonte. In caso di dubbio, le imprese possono anche effettuare una ricerca su internet o ricorrere a degli strumenti di rilevamento del plagio.
A chi appartengono i contenuti creati da piattaforme come Midjourney o DALL·E?
Konrad: Dipende. È fondamentale che le imprese leggano le basi legali delle piattaforme che possono restringere l’utilizzo degli output (ndr: creazioni generate dall’IA). Ad esempio, secondo le regoli attuali di Midjourney, le immagini generate appartengono alla persona o alla società che le crea, la quale può usarle senza dover menzionare la piattaforma. Tuttavia vi sono delle eccezioni. Un’azienda con un fatturato annuo superiore a un milione di dollari deve infatti sottoscrivere un abbonamento specifico. Inoltre, se l’immagine generata è la risultante di una conversione ad alta risoluzione di un’immagine preesistente, il suo utilizzo può essere soggetto a limitazioni.
Dal punto di vista giuridico questi contenuti non si devono utilizzare qualora vengano violati i diritti d’autore di terzi. Le imprese devono anche essere coscienti del fatto che alcune piattaforme possono sfruttare i contenuti che generano per l’addestramento dell’IA o per altri scopi, soprattutto pubblicitari.
Esistono delle differenze legali tra un contenuto generato dall’IA e un contenuto creato da un essere umano?
Konrad: In Svizzera solo i contenuti creati da un essere umano sono protetti dal diritto d’autore. Un contenuto generato dall’IA non beneficia automaticamente di questa protezione. Tuttavia, se l’utente influenza o apporta una modifica sostanziale all’output, può rivendicare il diritto d’autore, poiché in questi casi usa l’IA soltanto come strumento. Non esiste però una soglia chiaramente definita, ad esempio modificato al 60%. Per il momento ogni caso deve essere analizzato individualmente.
In caso di controversia, oggi la giustizia come può deliberare?
Konrad: Che io sappia, nessun caso su questo argomento è stato finora giudicato in Svizzera. Altrove, in particolare negli Stati Uniti e in Germania, sono già state prese alcune decisioni sulla questione dell’uso di contenuti protetti per l’addestramento dell’IA. Se un caso di questo tipo venisse portato in un tribunale svizzero, probabilmente per potersi pronunciare si esaminerebbero non soltanto le leggi svizzere ma anche le giurisprudenze estere.
In Svizzera esistono delle linee guida per l’uso dell’IA generativa nelle imprese?
Konrad: No, ma il Consiglio federale ha pubblicato delle raccomandazioni per l’amministrazione federale che possono fungere da linee guida. Anche la legge sull’IA dell’Unione europea rappresenta un quadro di riferimento pertinente per le imprese svizzere, soprattutto per quelle che propongono prodotti o servizi basati sull’IA sul mercato europeo.
Bisogna indicare obbligatoriamente quando un contenuto è stato generato dall’IA?
Konrad: Non esiste un severo obbligo legale, ma certi fornitori, come OpenAI, impongono di menzionare l’origine dei contenuti in talune condizioni. Per un’azienda dar prova di trasparenza in quest’ambito significa rafforzare la fiducia dei clienti e dei collaboratori. È anche importante essere coscienti degli usi interni dell’IA in modo da definire una strategia coerente.
Quali consigli darebbe alle PMI confrontate con queste questioni?
Konrad: È fondamentale informarsi prima di utilizzare questi strumenti, in particolare leggendo le basi legali, per capire le implicazioni in termini di dati e di diritto d’autore. È consigliabile anche verificare la legalità degli output. Inoltre, l’IA può riprodurre pregiudizi o generare contenuti discutibili. È essenziale mantenere una vigilanza etica e qualitativa. L’IA è uno strumento potente ma il suo utilizzo deve essere implementato con prudenza e in modo riflessivo.
Biografia

Sabrina Konrad è sostituto capo del servizio giuridico "Diritto d’autore" presso l’Istituto Federale della Proprietà Intellettuale (IPI). Avvocato di formazione, è anche stata alla testa del progetto CLTR 2024, organizzato dall’IPI. Questo evento è dedicato al futuro della creazione culturale e artistica in Svizzera nell’era dell’intelligenza artificiale.
Consigli pratici
Utilizzo dell’IA generativa: consigli pratici
- Informarsi prima di utilizzare gli strumenti di IA, leggendo le basi legali;
- Verificare la legalità degli output attraverso una ricerca su internet o degli strumenti di rilevamento anti plagio;
- Essere vigili rispetto ai pregiudizi e ai contenuti discutibili generati dall’IA;
- Sensibilizzare gli impiegati sulle buone pratiche e i possibili rischi;
- Restare sempre aggiornati sulle evoluzioni legali e sui regolamenti inerenti l’IA generativa;
- Consultare un esperto giuridico in caso di dubbio su un contenuto generato.
In discussione
Ultima modifica 19.02.2025