I fenomeni meteorologici estremi stanno diventando sempre più frequenti e più intensi a causa del riscaldamento globale. I danni provocati pongono nuove sfide anche alle PMI e agli assicuratori, così come spiega Annemarie Büttner, Lead Climate Risk Solutions presso la Swiss Re.
Nel 2024, le inondazioni nella Valle del Rodano e in Val Maggia, che secondo le prime stime sono costate almeno 200 milioni di franchi, testimoniano la presenza di catastrofi naturali anche in Svizzera. Secondo gli scenari elaborati dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), i fenomeni estremi come le ondate di calore e le tempeste sono sempre più frequenti e causano danni sempre più gravi e costosi. Come adattarsi e come difendersi da queste minacce? Annemarie Büttner, responsabile delle soluzioni contro i rischi climatici presso Swiss Re Corporate Solutions, il ramo assicurativo industriale del Gruppo Swiss Re, lo spiega.
In che misura sono aumentate le spese relative alle catastrofi naturali negli ultimi anni?
Annemarie Büttner: A livello globale, dal 2010 abbiamo assistito a una crescita delle perdite causate dalle catastrofi naturali compresa tra il 5% e il 7% all'anno. Il clima della Svizzera si sta riscaldando a una velocità due volte superiore rispetto alla media globale ed è già aumentato di 2,6°C rispetto al clima preindustriale. Il nostro Paese è tra i dieci più esposti ai rischi naturali in Europa, come inondazioni, tempeste invernali e forti temporali.
Inoltre, stiamo assistendo a un aumento delle ondate di calore, della siccità e degli incendi boschivi, con conseguenze molto tangibili per la sicurezza dei beni. Ad esempio, nel luglio 2021, le intense precipitazioni della tempesta “Bernd” (ndr: che ha causato ingenti danni materiali nella città di Zurigo) hanno provocato alluvioni improvvise e diversi fiumi e laghi hanno raggiunto livelli critici, anche in città.
In che modo i modelli di assicurazione si stanno adattando a questa evoluzione?
Büttner: Oggi la modellizzazione delle catastrofi naturali e del loro impatto non si basa più solo sui dati storici. Abbiamo sviluppato una piattaforma - Risk Data and Services (RDS) - in cui le aziende possono inserire i dettagli dei loro siti per ottenere una valutazione dei rischi attuali e futuri, basata sui dati scientifici dell'IPCC. Questa analisi consente di avere una stima quantificata delle perdite attese nelle condizioni climatiche del 2030 o del 2050, sulla base di diversi scenari climatici.
Le aziende stanno anticipando in modo adeguato questi cambiamenti?
Büttner: Stiamo incoraggiando le aziende ad adottare un approccio proattivo nella gestione dei rischi naturali. Molte lo stanno già facendo, adottando le misure necessarie per migliorare la loro resilienza di fronte ai rischi naturali. Ciò può avvenire mediante il trasferimento del rischio (assicurazione tradizionale) o aumentando la sicurezza fisica, ad esempio posizionando le merci ad altezze elevate per proteggerle dalle inondazioni.
A lungo termine, i premi assicurativi si adatteranno all'aumento dell'intensità e della probabilità delle catastrofi naturali dovute ai cambiamenti climatici, ovvero aumenteranno in molte aree. È importante che le aziende rivedano regolarmente se le franchigie e i limiti di copertura sono in linea con le loro esigenze e capacità finanziarie. L'estensione dei termini di polizza è anche un modo per garantire premi fissi.
Le aziende che adottano misure di protezione sono soggette a premi più elevati?
Büttner: Se un'azienda dimostra di aver messo in atto delle misure di sicurezza per ridurre o prevenire i rischi naturali, tale dato viene preso in considerazione nei nostri modelli e il premio verrà ridotto. In questo modo è possibile contrastare l'aumento previsto dovuto all'intensificarsi delle catastrofi naturali in seguito ai cambiamenti climatici. Una misura di sicurezza potrebbe essere, ad esempio, la costruzione di una barriera antialluvione permanente per proteggere l'edificio dalle inondazioni.
In che modo le misure governative contribuiscono alla gestione dei rischi climatici?
Büttner: La Confederazione e i Cantoni investono molto in costruzioni destinate a ridurre i danni causati dai rischi naturali. Le misure di protezione contro le inondazioni nella Valle della Reuss nel Canton Uri e nella Valle del Rohnet nel Canton Vallese ne sono un esempio. In queste regioni, il rischio di danni causati dalle inondazioni è stato ridotto in modo significativo negli ultimi vent'anni grazie a queste misure. Lo stesso vale, ad esempio, per i paravalanghe e le misure di protezione dalla caduta di massi. Inoltre, le mappe di rischio vengono regolarmente aggiornate dai Cantoni in occasione della costruzione di nuovi edifici e si riflettono nei nostri modelli di pericolo naturale.
Quali consigli pratici darebbe alle aziende per ridurre i rischi legati alle catastrofi naturali?
Büttner: Innanzitutto sarebbe opportuno effettuare una valutazione di tutti i rischi naturali a cui un'azienda è esposta adesso e in futuro. Ad esempio, consultando le mappe dei rischi elaborate dalle autorità cantonali o la piattaforma Swiss Re RDS. Il passo successivo è l'elaborazione di un piano di mitigazione del rischio. Ciò comporta l'intervento di ingegneri del rischio per valuare e migliorare la sicurezza dei siti. Le soluzioni comprendono, ad esempio, l'installazione di barriere antiallagamento, lo sblocco regolare dei canali di scolo dell'acqua o la preparazione di sacchi di sabbia. Si tratta di misure semplici che possono fare la differenza in caso di eventi meteorologici estremi.