"L’imprenditore che si trova in una situazione di sovraindebitamento si sente spesso sopraffatto"

Quest’anno il numero di fallimenti di imprese è in aumento. L’avvocata Ema Bolomey spiega le procedure da seguire per far fronte a questa eventualità e anche alle conseguenze, sia per la clientela sia per il personale.

Per quest’anno in Svizzera è previsto un incremento delle chiusure di imprese. Lo studio di consulenza Dun&Bradstreet ha infatti recensito 1916 fallimenti tra gennaio e maggio 2022, ovvero un incremento del 17 % su scala annuale. Come deve agire un imprenditore sull’orlo del fallimento? Di cosa deve tener conto al momento di tale procedura? Quali sono le misure da adottare per evitare la chiusura definitiva della propria PMI? L’avvocata losannese Ema Bolomey, specialista in quest’ambito, evoca i punti principali da tenere in considerazione.

In cosa consiste, giuridicamente parlando, un fallimento?

Ema Bolomey: Il fallimento avviene quando un’azienda è sovraindebitata, ovvero quando il valore dei suoi attivi non copre l’ammontare dei suoi debiti. Concretamente, esistono due scenari principali che fanno partire una procedura di fallimento: quando il Consiglio d’amministrazione (CdA) ha buone ragioni di pensare che l’impresa si trova in situazione di eccedenza dei debiti, deve avvertire il tribunale (art. 725 CO). Il fallimento può anche essere innescato a seguito di una procedura d’esecuzione da parte di un creditore esterno. Infine, esiste un terzo scenario, più raro, di fallimento causato da lacune nell’organizzazione della società (art. 731b CO).

Quali passi si devono intraprendere nel caso in cui si profili la possibilità di un fallimento?

Bolomey: È indispensabile reagire tempestivamente, da quando si constata una perdita delle liquidità dell’impresa. L’art. 725 cpv.1 CO obbliga il consiglio d’amministrazione a convocare immediatamente un’assemblea generale e a proporre delle misure di risanamento non appena emerge dall’ultimo bilancio annuale che la metà del capitale azionario e delle riserve legali non è più coperta. Le misure di risanamento possono, per esempio, concernere negoziazioni con i propri fornitori o i propri clienti, oppure delle convenzioni di postergazione dei debiti. Talvolta bisogna anche riflettere sullo scioglimento dei contratti di lavoro degli impiegati, rispettando i termini legali e le disposizioni relative ai licenziamenti collettivi.

Quali sono le tappe da seguire per dichiarare il fallimento della propria azienda?

Bolomey: Quando una società constata un’eccedenza dei debiti, il suo consiglio d’amministrazione ha l’obbligo di stabilire un bilancio intermedio e di farlo verificare da un revisore abilitato (art. 725 cpv. 2 CO). Se ne risulta che i crediti dovuti non possono più essere rimborsati, il CdA deve avvisare il giudice del tribunale dove ha sede l’azienda. Questa procedura concerne le società anonime (SA), le società a garanzia limitata (Sagl) e le ditte individuali. Va sottolineato che, se il consiglio d’amministrazione non reagisce, può essere ritenuto responsabile e perseguito per violazione dei propri doveri o cattiva gestione della società.

Il fallimento di un’impresa può talvolta essere evitato con un accordo?

Bolomey: Esistono diversi strumenti da usare a tale scopo. Il differimento del fallimento corrisponde al rinvio della dichiarazione di fallimento da parte del tribunale, su richiesta del CdA o di un creditore, nel caso in cui il risanamento della società sia ancora possibile. Concretamente, consiste nell’instaurare una pausa per dare all’azienda il tempo di migliorare la sua situazione contabile.

La moratoria concordataria è un ulteriore strumento di cui l’impresa può disporre se in difficoltà: si tratta di un accordo con i creditori. Attraverso un concordato, essi possono per esempio decidere di abbandonare tutti o una parte dei crediti, di definire nuove scadenze di pagamento o di accettare di acquisire alcuni attivi o attività dell’impresa come compensazione. Si tratta di una procedura piuttosto complessa, che deve essere motivata presentando diversi giustificativi (tesoreria, bilancio) e un progetto di concordato che sia sostenibile.

Quali sono le conseguenze di un fallimento sui rapporti tra datore di lavoro e impiegati?

Bolomey: Contrariamente a ciò che pensano molti datori di lavoro, una procedura di fallimento non mette automaticamente fine ai contratti di lavoro. Questi restano in vigore e gli impiegati dovrebbero continuare a percepire il loro salario in cambio del loro lavoro. I salari non versati si accumulano quindi tra i debiti della società. Una volta decretato il fallimento, è l’amministrazione speciale del fallimento che si farà carico dello scioglimento dei contratti di lavoro. Nel caso in cui un datore di lavoro sia insolvente, gli impiegati hanno la possibilità di recedere immediatamente dal contratto e beneficiare di un’indennità cosiddetta "per insolvenza", da richiedere alla cassa cantonale di compensazione, rispettando tuttavia una procedura molto rigida.

Quali sono le sfide principali legate a una procedura di fallimento?

Bolomey: Il fallimento solleva un numero considerevole di problematiche giuridiche: i debiti accumulati sono giustificati o meno? Bisogna rivedere i contratti siglati? Quali sono le misure da prendere nei confronti degli impiegati? Esistono anche delle azioni vietate prima e durante la procedura di fallimento. Per esempio, un’impresa che va male non dovrebbe privilegiare un creditore o vendere attivi a un valore troppo basso. Pertanto, l’intervento di un avvocato prima del fallimento mi pare indispensabile. Altrettanto vale per preparare una domanda di differimento o di moratoria concordataria, preferibilmente con il sostegno di un fiduciario, per i casi più complessi.

Giocare d’anticipo è la chiave per prevenire le difficoltà di un’azienda. Se ci si trova in una situazione di eccedenza dei debiti o di insolvenza, bisogna continuare a essere proattivi promuovendo misure urgenti, senza dimenticare di documentarle (verbali delle riunioni del CdA, contatti con i creditori ecc.). L’imprenditore che si ritrova in questa situazione è spesso sopraffatto e troppo coinvolto. È pertanto importante ricorrere a specialisti indipendenti, in particolare per negoziare i migliori accordi possibili con i creditori dell’azienda.


Informazione

Biografia

Ema Bolomey, avvocata specialista di diritto commerciale

Ema Bolomey è avvocata presso lo studio Wilhelm Gilliéron Avocats a Losanna. È responsabile del team di diritto amministrativo ma si occupa anche di diritto commerciale, in particolare di diritto dell’esecuzione per debiti e fallimento, così come di ristrutturazione aziendale. È inoltre docente presso la HWZ Hochschule für Wirtschaft Zürich e presso l’Associazione professionale per l’approvvigionamento ed il supply management (procure.ch).

Ultima modifica 03.08.2022

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