Fondi propri / capitale di terzi: come organizzare il finanziamento di un'azienda

I fondi propri sono i capitali messi a disposizione dell’azienda dai suoi proprietari. Questo dà loro il diritto di esprimersi sulla società.

Il capitale proprio comprende i mezzi portati dal fondatore o terze persone (ad esempio amici, conoscenti o altri investitori) come azioni o quote del capitale sociale della ditta. Comprendono anche gli utili cumulati.

Viene definito capitale di terzi il denaro messo a disposizione dell'impresa da creditori, ad esempio sotto forma di prestito bancario. I fornitori di capitale stabiliscono delle condizioni per la concessione di crediti e richiedono in cambio un interesse che varia a seconda del rischio.

La regola d'oro in materia di finanziamento...

I fondi propri dovrebbero coprire il rischio di fallimento. Ma qual è la giusta proporzione tra fondi propri e capitale di terzi? Non esiste una formula universale, tuttavia in generale si ritiene che per le imprese industriali sia necessaria una parte di fondi propri pari almeno al 50%, mentre per le imprese commerciali una parte pari almeno al 40%.

...e la regola d'oro bancaria

Un'altra regola classica in materia di finanziamento (la "regola d'oro bancaria") è legata alla corrispondenza delle scadenze dei fondi attivi (elementi del patrimonio) e dei fondi passivi (capitale di terzi e fondi propri). Si parla di "congruenza delle scadenze".

Gli attivi a lungo termine devono dunque essere finanziati da fondi (capitali propri e debiti) con scadenza a lungo termine. È necessario che i fondi a lungo termine (la cui scadenza è spesso stimata a più di un anno) siano superiori agli attivi a lungo termine. Ne consegue che gli attivi a breve termine (con scadenza di meno di un anno) dovrebbero essere superiori al capitale di terzi con scadenza a breve termine.

Nella pratica la struttura del finanziamento deve inoltre prendere in considerazione le specificità del settore e dell’impresa. È necessario che prenda in considerazione liquidità, sicurezza e redditività. Deve  permettere all’impresa di poter traversare una crisi ed esistere in modo duraturo.

Fonte: pagina aggiornata il 9 luglio 2020 da Vincent Dousse, HEIG-VD (alta scuola d’ingegneria e di gestione del canton Vaud), Yverdon


Ultima modifica 05.05.2021

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