L’Initial Coin Offering (ICO), una raccolta fondi in criptovaluta

L’ICO per le start-up si avvicina a un’operazione di crowdfunding nel corso della quale degli investitori usano una valuta virtuale per aiutare un’impresa a prefinanziare un servizio o un prodotto. Questi fondi possono andare sia a progetti di blockchain che a società attive in settori più tradizionali. 

Talvolta chiamate "raccolte fondi in criptovaluta" in italiano o Initial Token Offering (ITO) in inglese, l’Initial Coin Offering (ICO) somiglia ad una sorta di entrata in borsa, ma effettuata sulla blockchain. L’ICO viene lanciata da una start-up che, precedentemente, ha valutato il suo bisogno di fondi e ha redatto un "white paper ", ovvero un documento che descrive il suo progetto imprenditoriale. Gli investitori possono poi finanziare questa imprese pagando attraverso criptovalute, come il bitcoin o l’ether. 

In cambio dei loro capitali, gli investitori ricevono dei gettoni ("tokens" in inglese). Questi gettoni possono assicurare diverse funzioni. Possono, ad esempio, servire come moneta o diritto d’accesso a una piattaforma, in modo da acquistare i prodotti o i servizi proposti dalla start-up. A seconda della loro natura, i gettoni possono anche permettere all’investitore di aver accesso a dei dividendi, così come a un diritto di voto in seno all’impresa. 

Questa procedura comporta svariati vantaggi. Da un lato, essa permette alla start-up di raccogliere dei fondi importanti in un lasso di tempo ristretto e a costi ridotti. Dall’altro, essa assicura una distribuzione dei diritti d’accesso. L’ICO comporta invece molti rischi. La rapidità e la semplicità della procedura incoraggiano le giovani società a chiedere fondi per progetti emergenti, per i quali non è stato ancora realizzato nessun prototipo. Questo fornisce poche garanzie all’investitore, che non ha nemmeno dei diritti sul progetto. Inoltre, siccome i gettoni non sono regolamentati, o sono talvolta emessi da persone che non possono essere identificate, il rischio di truffa o di frode è elevato. 

Per quanto concerne la legislatura svizzera, l’Autorità federale di sorveglianza sui mercati finanziari (Finma) ha pubblicato nel febbraio 2018 una guida pratica che spiega in che modo essa tratta le richieste di assoggettamento inerenti gli ICO. 

Source: page contrôlée par un cabinet juridique suisse en juin 2018.



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Ultima modifica 26.02.2020

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