
(03.09.2025) In Svizzera, tra il 2011 e il 2023, sono stati creati circa 770.000 posti di lavoro, principalmente nel settore dei servizi. È quanto emerge dall’ultimo rapporto sulla statistica strutturale delle imprese (STATENT) dell’Ufficio federale di statistica (UST).
In media, tra il 2011 e il 2023, il settore primario (agricoltura) ha perso circa 1.100 posti di lavoro all’anno, sceso così sotto la soglia dei 50.000 nel 2023. Con una crescita media annua dell’occupazione dello 0,4%, il settore secondario (industria e costruzioni) ha invece mantenuto un andamento stabile.
Il settore terziario ha sensibilmente rafforzato la propria posizione nell’economia svizzera. Nel 2023, i servizi rappresentavano il 77% dei posti di lavoro, contro il 74% nel 2011. In questo periodo, solo quattro rami su 30 hanno subìto un calo, tra cui "servizi postali e attività di corriere" (-17,8%), "prestazioni di servizi finanziari" (-9,6%) e "attività di editoria, audiovisive e di trasmissione" (-4,7%). Al contrario, i rami "assistenza sociale non residenziale" (+55,6%), "attività ausiliarie dei servizi finanziari e delle attività assicurative" (+55,3%) e "attività informatiche e servizi di informazione" (+54,6%) hanno segnato forti aumenti.
Alcuni comparti industriali si contraddistinguono per il loro dinamismo: il ramo "industria farmaceutica" ha generato 17.000 nuovi posti di lavoro (+45,2%), "orologeria" circa 15.000 (+13,7%) e "fornitura d’acqua; gestione dei rifiuti" oltre 4.700 (+30,1%). Al contrario, i rami "fabbricazione di apparecchi elettrici" (-8.000 posti, -22,3%) e "industria del legno e della carta" (-14.575, -19,5%) hanno mostrato segni di rallentamento.
Dal punto di vista geografico, il rapporto STATENT indica che le economie della regione del Lemano e di Zurigo hanno creato quasi 350.000 nuovi impieghi tra il 2011 e il 2023. Tutti i cantoni registrano un incremento dell’occupazione, ma gli aumenti più significativi riguardano i cantoni di Zugo (+28,3%), Vaud (+21,4%), Svitto (+20,8%), Ginevra (+20,7%) e Giura (+20,5%), a fronte di una media nazionale del 16%.
Ultima modifica 03.09.2025