(25.10.2023) L’assenteismo sul posto di lavoro grava fortemente sull’attività delle aziende. Più di una PMI su quattro (26%) ha subito le conseguenze negative delle assenze dovute a patologie psichiche nel 2022, secondo lo studio sul mercato del lavoro condotto dalla compagnia d’assicurazione Axa.
Il problema della salute mentale sta interessando sempre più datori di lavoro. Mentre nel 2022 il 41% delle aziende interrogate si dichiarava "non colpita", nel 2023 sono scese al 36%. Quasi due terzi delle società interpellate (64%) vi sono pertanto confrontate, pur se con intensità diverse.
Condotta tra 301 PMI con più di cinque collaboratori della Svizzera francese e tedesca, l’inchiesta ha permesso di stabilire che la frequenza delle assenze legate a disordini psichici sembra intensificarsi. Quasi un quarto (24%) delle PMI interrogate dichiara di aver constatato un incremento del numero di tali assenze nei cinque anni precedenti l’inchiesta, rispetto a meno di un quinto (17%) dell’anno precedente. D'altro canto, il 22% di esse constata un’attenuazione del problema, ovvero due punti in più rispetto al 2022.
Le assenze prolungate degli impiegati possono avere conseguenze nefaste sul funzionamento dell’azienda. Tra le ripercussioni più frequenti figurano le ore di straordinario e il sovraccarico di lavoro per il resto del personale (54%), i costi legati all’assunzione di dipendenti aggiuntivi (38%), la perdita produttiva o i malfunzionamenti a livello di servizi (37%) e i costi derivanti dal pagamento continuato del salario (30%).
Per lottare contro questo fenomeno, i datori di lavoro prendono misure destinate a prevenire l’insorgere di malattie psichiche. Le più frequenti sono la creazione di un’atmosfera di lavoro gradevole (42%), l’incentivazione di una cultura aperta sul piano della comunicazione e del feedback (38%), la promozione di un equilibrio tra vita professionale e vita privata (26%) e lo svolgimento di sondaggi tra i collaboratori (20%).
Ultima modifica 25.10.2023
