(30.11.2022) I rapporti di lavoro atipici perdurano sul mercato del lavoro svizzero nel 2020. Secondo l’Ufficio federale di statistica, rigurdano il 10% delle persone salariate. Questo tasso risulta leggermente più elevato tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni e in alcune professioni che non richiedono qualifiche.
Questa categoria di impieghi – che non tiene conto degli apprendistati – raggruppa il lavoro su chiamata (5,1% della popolazione attiva nel 2020), i contratti a tempo determinato della durata inferiore a un anno (3,1%), i gradi d’occupazione inferiori al 20% (2,3%) e il personale a prestito (1,2%).
I lavoratori di età compresa tra i 15 e i 24 anni ne sono particolarmente interessati: il 26,9% di essi è impiegato con un contratto atipico. In questa fascia d’età, quasi il 9,8% dei dipendenti lavora su chiamata e il 13,4% ha sottoscritto un contratto a tempo determinato di durata inferiore a un anno, ovvero 4 volte superiore rispetto alla media che comprende tutte le età.
I contratti di breve termine sono pure molto diffusi in settori come l’agricoltura e la selvicoltura (9,3%), il settore alberghiero e la ristorazione (6,1%) e le «attività artistiche, di intrattenimento, attività di famiglie e convivenze, altre attività di servizi» (5,9%). Inoltre, i tassi di occupazione inferiori al 20% sono anche frequenti nelle professioni non qualificate come l’aiuto cuoco e il manovale forestale (9,5%) e, in misura minore, tra i commercianti e i commessi (4,7%). Il lavoro su chiamata concerne invece più di un lavoratore su dieci nei servizi di alloggio, della ristorazione, dell’agricoltura e selvicoltura.
Il numero di donne che lavora con un contratto atipico è superiore (12,5%) rispetto agli uomini (8%) ma questi ultimi lavorano più spesso su chiamata (attraverso un’agenzia ad interim): il tasso è infatti dell’1,5% per gli uomini e dello 0,8% per le donne.
Globalmente, il fenomeno del lavoro atipico si è evoluto poco in Svizzera tra il 2010 e il 2020.
Ultima modifica 30.11.2022