(28.09.2022) Ogni imprenditore dovrebbe integrare la pianificazione successoria della sua azienda alla propria strategia. Uno studio condotto dall’Università di San Gallo (HSG) e da Credit Suisse rivela tuttavia che, per quasi l’80% dei casi, le cause di una successione sono la salute o l’età.
Secondo l’inchiesta, solo una minoranza degli imprenditori indica "un’opportunità di vendita dell’impresa a un buon prezzo" (9%) o la "voglia di avere più tempo libero" (4%) come motivazione per la cessione della propria impresa. Nel 79% dei casi, gli imprenditori rinviano il più possibile la loro partenza. Inoltre, quasi la metà degli ex dirigenti ritorna ancora regolarmente in azienda anche due anni dopo la successione.
La successione famigliare, in cui le redini dell’azienda vengono trasmesse a un membro della famiglia, viene privilegiata nel 53% dei casi. Questo dato può tuttavia essere dovuto all’elevato numero di imprese famigliari presenti in Svizzera (nel 2016, il 75% di tutte le società). Al momento di una cessione a persone esterne (più di un terzo dei trasferimenti), i collaboratori e gli associati di direzione vengono spesso scelti dal cedente.
Solo il 7% degli imprenditori interpellati pensa di non aver bisogno di nessun sostegno esterno per condurre a buon fine la successione. Quasi il 40% dei dirigenti desidera essere accompagnato nel trattare gli aspetti strategici e finanziari. Le questioni fiscali restano comunque le più temute: circa il 75% dei dirigenti d’impresa intende far ricorso a un aiuto esterno per gestirle.
L’inchiesta distingue due modalità per operare il passaggio di responsabilità. Nel primo caso, il successore si vede affidare simultaneamente la direzione e la proprietà dell’impresa e il processo dura in media sei anni. La seconda possibilità consiste nella cessione progressiva di queste due cariche da parte del predecessore, su un periodo di circa 14 anni.
Ultima modifica 28.09.2022
