"Essere copiati regolarmente prova la qualità dei nostri prodotti"

Il fabbricante di utensili PB Swiss Tools può vantare una lunga tradizione. Per restare competitivo, punta sui mercati asiatici e l’automazione.

Eva Jaisli dirige l’impresa svizzera PM Swiss Tools da oltre 20 anni. Fondata nel 1878, la società famigliare ha costruito il suo successo sulla produzione di utensili e strumenti medicali di alta qualità: un catalogo di circa 3000 articoli esportati dalla sede della PMI nell’Emmental verso 80 paesi circa. Eva Jaisli evoca le sfide da affrontare sui mercati internazionali, il modello commerciale dell’impresa e la sua volontà di attrarre più giovani donne nel suo settore.

Quali sono state le sfide principali che ha dovuto affrontare nei suoi vent’anni alla guida di PB Swiss Tools?

Eva Jaisli: La sfida più importante è stata certamente la crisi finanziaria del 2008. Abbiamo organizzato in quell’anno una festa con la nostra clientela internazionale per celebrare i 130 anni di esistenza dell’impresa. Meno di una settimana dopo, i primi segni premonitori di un periodo difficile si sono fatti sentire. E al terzo trimestre 2008 abbiamo subito una perdita di un terzo degli ordini in entrata.

Come avete superato questa crisi?

Jaisli: Abbiamo potuto compensare i mesi difficili grazie all’indennità per lavoro ridotto, che ci ha permesso di evitare il licenziamento dei nostri collaboratori. Ma la cosa più importante è stato utilizzare quel periodo per sviluppare nuovi prodotti. È in quel momento che abbiamo potuto realizzare un settore dedicato ai dispositivi medici, che fa ora parte della nostra gamma di prodotti dal 2013.

PB Swiss Tools esporta i suoi attrezzi in più di 80 paesi. Quali sono i mercati più importanti?

Jaisli: I nostri principali mercati d’esportazione si trovano nell’UE e in Asia. Abbiamo tradizionalmente delle buone cifre di vendita in Germania, nel sud dell’Europa e anche al nord, in Giappone, nel sud-est asiatico e in Cina. Il mercato cinese è un mercato particolare in quanto non collaboriamo esclusivamente con dei partner commerciali ma abbiamo anche creato la nostra società di distribuzione. È stato un passo necessario perché si tratta di un mercato molto vasto e riuscire ad introdurvi un nuovo marchio può risultare complesso.

Quali mercati saranno determinanti per il vostro futuro?

Jaisli: Essendo un’impresa basata sull’esportazione, è importante in maniera generale non limitarsi esclusivamente ai mercati e ai clienti esistenti. Le influenze esterne possono comportare dei cambiamenti rapidi della domanda di mercato. Ad esempio, il contenzioso commerciale attuale tra gli Stati Uniti e la Cina ha delle conseguenze dirette sulle nostre attività. Di conseguenza, la propensione a investire in certi settori e mercati industriali è limitata.

Attualmente stiamo cercando di sviluppare nuovi mercati in India e in Indonesia. La penetrazione di mercato rappresenta sempre una sfida maggiore, in particolare quando si deve tener conto delle regolamentazioni e delle esigenze alle quali non siamo ancora abituati. A questo si aggiunge il fatto che, in generale, in Asia i nostri clienti finali – imprese industriali di media grandezza – lavorano in collaborazione con le loro società d’approvvigionamento. Noi dobbiamo quindi procedere a delle analisi per determinare quali canali di distribuzione online e offline usare per poter vendere i nostri prodotti.

Dato che non depositate brevetti per i vostri prodotti, come gestite la questione delle contraffazioni?

Jaisli: I nostri prodotti vengono copiati da decenni. Prima di Internet, non lo sapevamo o ne venivamo a conoscenza con grande ritardo. Oggi ne veniamo a conoscenza rapidamente. Abbiamo protetto qualche pezzo unico ma, a parte questi, preferiamo concentrarci sullo sviluppo di nuovi prodotti. Ogni anno vedono la luce circa 100 nuovi articoli. L’onere fiscale e amministrativo che bisognerebbe sostenere per lottare contro i prodotti contraffatti è troppo ingente. E inoltre, secondo noi, il fatto che altre imprese copino è prova della qualità dei nostri prodotti.

In quale misura adattate la vostra gamma di prodotti all’automazione?

Jaisli: È vero che le esigenze dei clienti rispetto ai nostri prodotti evolvono con la digitalizzazione. Noi vi rispondiamo dotando i nostri attrezzi di componenti elettronici che permettono un lavoro ancor più preciso. Ad esempio, è possibile personalizzare un cacciavite torsiometrico con un display digitale e un interfaccia CCP, ed equipaggiarlo con un dispositivo d’informazione sull’avvitamento.

Vedo anche un potenziale d’innovazione nell’industria automobilistica. Nel corso dei prossimi anni, esisteranno diversi processi di produzione paralleli. Da un lato, le automobili saranno sempre dotate di motori convenzionali, e dall’altra, l’industria si prepara alla produzione di veicoli alimentati a batteria. Esiste pertanto un enorme fabbisogno di strumenti polivalenti.

Già negli anni 1980, PB Swiss Tools faceva parte delle imprese svizzere pioniere nell’utilizzo di robot industriali. Come ha influito il ricorso ai robot sul lavoro dei vostri collaboratori?

Jaisli: Da quasi 40 anni, il ricorso ai robot ci permette di sostituire certi compiti sistematici e di ridistribuire le risorse liberatesi tra i nostri collaboratori nello sviluppo di nuovi prodotti. In generale, il loro lavoro è diventato più variato e diversificato. È sbagliato pensare che i robot rendano i collaboratori superflui. Al contrario, noi assumiamo continuamente nuovo personale. L’automazione ci permette pure di conservare una produzione al 100% svizzera e competitiva.

Uno dei suoi desideri è attrarre più donne nel settore. Qual è la sua strategia per riuscirvi?

Jaisli: Per il momento, le donne rappresentano un terzo del totale dei nostri 170 collaboratori e questo a tutti i livelli gerarchici. Desideriamo aumentare questa cifra in futuro. Nel corso degli ultimi anni, abbiamo constato un crescente interesse delle giovani donne per le professioni tecniche. Noi incoraggiamo questa tendenza, in particolare invitandole a degli atelier di bricolage nella nostra impresa e presentando le professioni MEM. Il fatto che un numero crescente di donne desideri lavorare per la nostra impresa diffonde evidentemente una buona immagine, che inciterà ancor più ragazze a partecipare alla creazione dei nostri prodotti e ai nostri processi.


Informazione

Biografia

Eva Jaisli, direttrice di PB Swiss Tools

Eva Jaisli è direttrice generale e co-proprietaria di PB Swiss Tools da oltre 20 anni. Ha studiato, tra le varie cose, lavoro sociale e gestione d’impresa e ha conseguito un MBA in marketing internazionale. Eva Jaisli occupa inoltre la presidenza del consiglio d’amministrazione di Spital Emmental, la vicepresidenza di Switzerland Global Enterprise e un posto nel consiglio d’amministrazione di SWISSMEM.

Ultima modifica 17.07.2019

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