Il COVID-19 stravolge le abitudini di consumo

Una persona inserisce le informazioni della sua carta di credito sul suo computer.

(03.06.2020) Il coronavirus potrebbe spingere i consumatori ad orientarsi verso il commercio online. Secondo una ricerca dello studio di consulenza Deloitte, la quota di persone che vuole continuare a fare i propri acquisti nei negozi va diminuendo, perdendo fino a 6 punti di percentuale per certe categorie di prodotti.

Sulle 1'500 persone interrogate, il 65% di esse ha dichiarato che prima della crisi avrebbe comprato i propri mobili in negozio. Dopo il confinamento, queste scendono al 60%. Questo calo varia a seconda dei prodotti, di 3 punti di percentuale per i libri e per i vestiti e di 6 punti di percentuale per i profumi e i cosmetici.

La maggior parte delle persone che ha indicato di privilegiare il web per gli acquisti post crisi non è certa di voler continuare a lungo termine. La maggior parte degli interpellati desidera o acquistare in parti uguali su internet e in negozio, oppure esita sul modo di consumo da privilegiare.

Durante il picco della crisi, le famiglie svizzere hanno limitato i loro acquisti, concentrandosi sui prodotti alimentari e lo stretto necessario. Infatti, un quarto dei sondati ha indicato di aspettare la riapertura dei negozi per acquistare mobili e altri oggetti per la casa, che avrebbero potuto acquistare anche online.

Nel 2019, il commercio online rappresentava il 9% soltanto degli acquisti effettuati in Svizzera. In crescita del 9% rispetto al 2018, questa cifra pone la Svizzera nella media internazionale, ma ancora ben lontana dalla Gran Bretagna o dalla Germania, dove la proporzione di "e-shopping" corrisponde quasi al doppio. La quota di acquisti online per il non alimentare era quasi del 17%, contro il 3% degli alimentari.


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Ultima modifica 03.06.2020

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