"La pandemia ha colpito un’industria MEM già indebolita"

L’epidemia di COVID-19 si rivela particolarmente difficile per il settore MEM, le cui esportazioni avevano già rallentato prima dell’inizio della crisi.

L’industria svizzera metalmeccanica ed elettrica (MEM), che impiega più di 300'000 persone nel paese, è duramente colpita dalla pandemia di COVID-19 rispetto al resto dell’economia svizzera. Sia gli ordini che i fatturati o i margini delle PMI sono diminuiti fortemente durante i primi tre trimestri del 2020. La dipendenza dai mercati esteri e la complessità delle catene di fornitura costituiscono degli inconvenienti maggiori per l’industria MEM. Ciononostante, la crisi ha anche messo in evidenza dei problemi di ordine strutturale: in questi ultimi anni, ad esempio, il settore non ha saputo investire nelle tecnologie innovative cruciali. Roland Goethe, presidente dell’organizzazione padronale Swissmechanic, spiega le difficoltà del settore e formula dei pronostici prudenti per i mesi a venire.

Come è possibile che l’industria MEM in Svizzera sia particolarmente toccata dalla pandemia di COVID-19?

Roland Goethe: La pandemia tocca il ramo a diversi livelli. Dal punto di vista dell’offerta, delle interruzioni nella catena di fornitura e le assenze dei collaboratori a causa di malattia, quarantena o accudimento dei figli possono ridurre la produttività. Il problema principale resta tuttavia la sarsità di ordini. I clienti finali dell’industria MEM sono meno occupati a causa del crollo globale della domanda e non reputano più così necessario condurre investimenti il cui scopo è l’estensione delle loro infrastrutture. La forte incertezza sull’evoluzione della pandemia e dell’economia mondiale, così come i bisogni importanti di liquidità, fanno diminuire anche gli investitori. Infine, il ricorso al franco svizzero come bene rifugio in tempo di crisi costituisce un altro freno per i produttori svizzeri.

Quali differenze avete riscontrato tra la prima ondata in primavera e quella che stiamo attraversando ora?

Goethe: Il settore MEM si fonda su catene di valori complesse e fortemente interdipendenti. Durante la prima ondata, il 42% delle imprese ha subito delle interruzioni della propria catena di fornitura. Durante la seconda ondata la quota era del 17%. Questa evoluzione dimostra che il ramo ha appreso, in una certa misura, a convivere con la pandemia. I colli di bottiglia nei porti, ad esempio, si sono attenuati e le interazioni tra fornitori e acquirenti si sono adeguate ai nuovi vincoli. Gli ordini non sono però aumentati: nell’aprile 2020, il 63% delle società era stato toccato, contro l’86% di ottobre. In effetti, gli ordini già in pipeline all’inizio della pandemia sono per la maggior parte ormai terminati e quelli nuovi arrivano con il contagocce.

Già nel 2019 il settore MEM osservava un calo dei suoi ordini in entrata. In che modo il coronavirus ha peggiorato la situazione?

Goethe: È vero, il settore si trovava già in recessione nel 2019. Questo principalmente a causa delle incertezze geopolitiche, in particolare la guerra commerciale tra gli Stati Uniti e la Cina, che avevano frenato gli investimenti nel mondo. L’inizio dell’anno 2020 lasciava presagire un rilassamento di questo conflitto e un miglioramento della situazione. La pandemia di COVID-19 ha tuttavia offuscato rapidamente queste prospettive. Ha colpito un’industria MEM già indebolita. Le esportazioni, ad esempio, sono diminuite di circa il 2% nel 2019, su scala annuale. Durante i primi tre trimestri 2020, esse hanno accusato un calo di quasi il 14% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Certi settori d’attività dell’industria MEM hanno attraversato la crisi meglio di altri?

Goethe: I principali gruppi dell’industria MEM (metallo, elettronica, macchine, fabbricazione di veicoli) si trovavano già nelle cifre rosse nel 2020. Il settore produce tuttavia un ampio spettro di beni strumentali ed è pertanto normale che qualche segmento soffra meno o addirittura benefici di questa situazione, specialmente se collabora alla lotto contro la pandemia. Si possono citare i fabbricanti di filtri o di macchine per la pulizia, le cui esportazioni sono aumentate del 13% tra marzo e ottobre, su scala annuale. Il volume dell’export è pure aumentato nel settore delle due ruote.

Quali aiuti da parte della Confederazione sono stati particolarmente efficaci? Quali lo sono stati meno?

Goethe: Tra i mesi di aprile e ottobre 2020, circa due terzi dei membri di Swissmechanic hanno beneficiato delle indennità in caso di riduzione dell’orario di lavoro (ILR). Malgrado questo, sempre più imprese parlano di licenziamenti (una società su tre in ottobre). Le ILR hanno senz’altro contribuito affinché questa proporzione non sia ancor più alta, per ora. Il programma di crediti della Confederazione si è invece rivelato meno efficace: la quota di imprese che hanno fronteggiato problemi di liquidità è diminuita solo di 11 punti di percentuale, passando dal 35% di aprile al 24% in ottobre.

Quali problemi strutturali del settore sono stati messi in evidenza dall’epidemia?

Goethe: I mezzi per degli investimenti futuri erano già ridotti dal 2019 e questo problema si è ulteriormente aggravato nel 2020. Ormai, un’impresa su tre indica di non avere le risorse per tali investimenti. Le limitazioni si situano sia a livello dei capitali propri che dei fondi esterni. La responsabilità è condivisa tra l’aumento dell’indebitamento, il restringimento dei margini e l’aumento dei bisogni di liquidità durante la crisi del coronavirus. Più le società tarderanno ad investire nelle tecnologie e nei nuovi modelli d’affari, più la competitività e i potenziali di crescita dell’industria MEM soffriranno sul medio e lungo termine.

Come reputa le opportunità per il 2021 e cosa potrebbe essere migliorato a breve termine da parte delle imprese?

Goethe: Le esportazioni non dovrebbero migliorare sensibilmente durante l’inverno, in quanto l’economia di quasi tutti i mercati d’export soffre a causa della pandemia, Cina a parte, forse. Le speranze riposano ormai sulla ripresa economica al primo semestre 2021, provenienti da una vaccinazione rapida della popolazione, che avvantaggerebbe anche il settore MEM. Le imprese potrebbero però approfittare della crisi per migliorare la loro gestione dei rischi e la resistenza della loro catena di valore. La transizione digitale deve anche, più che mai, essere incoraggiata in questo contesto.


Informazione

Biografia

Roland Goethe, presidente di Swissmechanic

Roland Goethe è presidente dell’associazione mantello Swissmechanic dal 2014. L’organizzazione difende gli interessi di 1400 imprese, il 90% delle quali sono PMI e danno lavoro a 70'000 collaboratori in Svizzera. Di mestiere meccanico specializzato, è anche direttore generale di Goethe AG a Glarona, una società specializzata nel trattamento delle lamiere.

Ultima modifica 20.01.2021

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